Che cos’è la cianotipia? Si tratta di un’antica tecnica di stampa a contatto che sfrutta la reazione che avviene quando delle sostanze ferrose vengono mescolate ed esposte alla luce del sole. Il procedimento consiste nel rendere fotosensibile un supporto (carta, stoffa…) per ottenere in seguito la stampa fotografica utilizzando i raggi UV. La fase di sviluppo delle immagini avviene semplicemente con dell’acqua.

Gli oggetti posati sul supporto lasciano dietro di loro un’impronta bianca, mentre le aree esposte al sole regaleranno alla stampa il caratteristico colore blu di Prussia, a cui si deve il nome di questa tecnica. Ogni stampa in cianotipia è unica e irripetibile, poiché entrano in gioco molte variabili: la condizione di luce solare, la disposizione delle piante o degli oggetti sul supporto e la texture e il materiale di quest’ultimo. La cianotipia è stata ampiamente utilizzata nel corso dell’Ottocento per numerosi studi botanici perché permetteva di registrare la forma, l’impronta in scala 1:1 degli elementi vegetali con estrema facilità e precisione.

Il laboratorio si rifà al lavoro di quella che è considerata la prima fotografa donna della storia: la botanica Anna Atkins. Durante la sua vita si interessò alla fotografia e alla tecnica del cianotipo come mezzo per studiare e catalogare esemplari botanici creando il libro Photographs of British Algae: Cyanotype Impressions.